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In un’azienda il project manager è una figura mitologica metà consulente e metà psicologo.

Scherzi a parte questa figura è eclettica e trasversale, in grado di ascoltare le esigenze dei clienti e restituire loro un progetto studiato fin nei minimi dettagli.

Da noi in Poker ci sono consulenti per tutte le nostre aree di business.

Ognuno di loro, sia che si tratti di CRM, sia che si tratti di ERP, lavora per raggiungere un obiettivo comune a tutta l’azienda: soddisfare il cliente e supportarlo durante tutto il suo customer journey.

Oggi abbiamo fatto qualche domanda a Paolo, uno nei nostri storici consulenti del nostro ERP, Quasar-X.

Gli abbiamo chiesto qualcosa in più del suo ruolo in azienda, come gestisce i clienti e come si è evoluto il suo lavoro da quando ha iniziato fino ad oggi.

Quali sono le caratteristiche di un buon  project manager?

Il project manager deve saper gestire in maniera autonoma il proprio parco clienti e  deve collaborare con la propria azienda per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Deve possedere buone capacità di ascolto per cogliere le esigenze del cliente e soprattutto il non detto, cioè quello che il cliente non dice esplicitamente (non è sempre così semplice!).

Una volta raccolte le esigenze del cliente deve analizzarle e presentare delle soluzioni.

Non è detto che la soluzione venga subito accolta positivamente, quindi il project manager deve saper rielaborare le informazioni per presentare una valida alternativa al cliente.

E’ importante avere una grande empatia ed essere in grado di instaurare quel rapporto di fiducia che porterà il cliente a fidarsi di te e a dare un peso alla tua opinione. 

Il project manager deve seguire il cliente soprattutto nella fase di sviluppo del progetto, nell’affiancamento fino alla fase di formazione.

Ma il lavoro non termina con la formazione: un errore che viene commesso spesso è quello di “dimenticarsi” del cliente nel post vendita.

E’ bene mantenere i contatti anche quando la fase progettuale è terminata, garantire supporto e diventare un vero e proprio punto di riferimento per il cliente.

Come è cambiato nel tempo il ruolo del project manager?

Sicuramente è cambiata la frequenza con cui si svolgono delle trasferte presso il cliente.

Prima del Covid avevo la possibilità di andare spesso dal cliente; fare delle trasferte ti da modo di vedere il cliente nel suo ambiente, hai modo di parlare vis a vis con il referente aziendale del progetto e parlare non solamente di lavoro ma anche di altro.

Ad oggi, svolgendo la maggior parte delle attività da remoto implica certamente un notevole risparmio economico, ma una specie di distacco dai propri cliente, sotto alcuni punti di vista.

Infine sicuramente sono cambiato io, dopo tutti questi anni ho imparato ad adattarmi, ad essere più flessibile e attento alle esigenze di tutti i miei clienti.

Questo è reso possibile dal fatto che vedo quotidianamente realtà aziendali diverse tra loro, ognuna con le proprie esigenze e con le proprie caratteristiche specifiche.

In ultimo, i clienti oggi sono più esigenti e, per certi versi, anche molto più preparati rispetto a 20 anni fa.

Ti chiedono soluzioni con tempistiche sempre più brevi.

L’abilità di un project manager è quella di far capire al cliente che, a seconda del livello di complessità della richiesta, ci vorrà più o meno tempo a soddisfarla.

 

 

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