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Il Consiglio dei Ministri ha approvato i tre decreti attuativi della riforma fiscale. Dal 2017 fatturazione elettronica fra privati, norme sull’abuso del diritto e internazionalizzazione.

Trasmissione telematica delle operazioni Iva e di controllo delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori elettronici (fatturazione elettronica), certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente, crescita e internazionalizzazione delle imprese. Questi i contenuti dei tre decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale (legge n.23/2014) approvati in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 21 Aprile.
L’obiettivo, ha spiegato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è quello di “costruire un sistema fiscale più trasparente, che dia più certezza, che semplifichi la vita sia dei contribuenti (in primo luogo) e migliori l’efficienza dell’amministrazione”.

Il decreto legislativo sulla fatturazione elettronica tra imprese

Il primo decreto attuativo della riforma fiscale introduce misure volte a incentivare, mediante la riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti, l’utilizzo della fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi, nonché di adeguati meccanismi di riscontro tra la documentazione per quanto riguarda l’Iva e le transazioni effettuate.

La misura si rivolge a tutti i soggetti passivi Iva e introduce incentivi, in termini di riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili, a vantaggio delle imprese che la utilizzano.

L’utilizzo della fatturazione elettronica è facoltativo. Il decreto prevede, in via opzionale, a decorrere dal 1° gennaio 2017, l’invio telematico all’Agenzia delle Entrate di tutte le fatture emesse e ricevute. Si potrà quindi disporre di un lasso di tempo congruo per predisporre l’infrastruttura tecnologica. Per agevolare le imprese nell’uso del nuovo strumento telematico, l’Agenzia delle Entrate renderà disponibile gratuitamente, a decorrere dal 1° luglio 2016, il servizio base per la predisposizione del file contenente casino online i dati della fattura e il suo invio.

Per tutti i soggetti che effettuano cessioni di beni e prestazioni di servizi (essenzialmente il settore del commercio) è prevista la facoltà di trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate i dati dei corrispettivi, in sostituzione degli obblighi di registrazione. L’opzione ha effetto per cinque anni e si estende di quinquennio in quinquennio. In sostanza si tratta del superamento dello scontrino a fini fiscali. Resta comunque fermo l’obbligo di emissione della fattura su richiesta del cliente (necessaria ad esempio per attivare una garanzia, o per dimostrare un avvenuto acquisto).

Tra le novità introdotte dal decreto c’è la possibilità che i controlli fiscali vengano effettuati da “remoto”, anziché presso le imprese, riducendo così gli adempimenti dei contribuenti ed evitando di ostacolare il normale svolgimento delle attività. Inoltre, le aziende che sceglieranno di avvalersi della fatturazione elettronica saranno esentate dallo spesometro (la comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA), e dalle comunicazioni alle dogane relative alle operazioni intra-comunitarie previste dall’art. 50, comma 6, decreto legge n. 331/1993 (black list). Infine, tali soggetti avranno la priorità nei rimborsi IVA, entro tre mesi dalla presentazione annuale.

Il decreto legislativo sull’abuso del diritto

Per quanto riguarda l’abuso del diritto, vengono delineate con precisione le condotte contestabili al contribuente in modo da fornire indicazioni chiare per non incorrere in violazioni involontarie. Resta fermo il principio in base al quale l’onere della prova spetta al Fisco. L’abuso del diritto è un reato che prevede sanzioni amministrative, e non penali (a differenza di altri reati come la frode e l’evasione fiscale). Il decreto prevede il raddoppio dei termini di accertamento nel caso in cui il contribuente presenti denuncia entro la scadenza ordinaria dei termini. Viene poi previsto il cosiddetto adempimento collaborativo, che riguarda solo le grandi imprese con un volume d’affari non inferiore a 10 miliardi di euro: si tratta di un sistema di scambio di informazioni fra l’amministrazione fiscale e le imprese che consente di individuare potenziali controversie e attivare procedure abbreviate di interpello preventivo.

Questo secondo provvedimento attuativo della riforma fiscale si propone dunque di aiutare il contribuente a fare le scelte corrette grazie a un ruolo rinnovato dell’Agenzia delle Entrate che diventa consulente del contribuente e non più solo controllore.

Il decreto legislativo sulla crescita e internazionalizzazione delle imprese

Il terzo decreto attuativo della riforma fiscale intende rafforzare il ruolo che il fisco deve svolgere a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese, ridurre i vincoli alle operazioni transfrontaliere e creare un quadro normativo quanto più certo e trasparente per gli investitori.
In questa direzione vanno gli interventi di riordino previsti, concernenti vari aspetti della fiscalità internazionale finalizzati a:

  • creare un contesto di maggiore certezza, anche eliminando alcune lacune dell’ordinamento domestico, per favorire gli investimenti diretti dall’estero;
  • ridurre gli adempimenti per le imprese e i relativi oneri amministrativi;
  • adeguare la normativa interna alle recenti pronunce giurisprudenziali della Corte di Giustizia;
  • eliminare alcune distorsioni del sistema vigente.

In particolare si segnala l’introduzione di un interpello per le società che desiderano effettuare investimenti nel nostro Paese, anche nel caso di investimenti su imprese in crisi con impatto positivo sull’occupazione; in questi casi l’Agenzia delle Entrate svolge un ruolo di consulenza che ha lo scopo di accompagnare le decisioni di investimento.