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Lo scorso 21 settembre, a Milano, è stato esposto, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, il Piano Nazionale Industria 4.0.

Il Piano, che prevede lo stanziamento di 13 miliardi di euro, intende sostenere le aziende italiane nel processo di digitalizzazione e robotizzazione dei sistemi produttivi.

Ma cosa si intende per Industria 4.0? Stando alla definizione della HTS, l’Industria 4.0 è la produzione industriale del futuro che include la realizzazione estensiva di prodotti individualizzati e promuove, da un lato, l’integrazione dei consumatori e dei business partner, all’interno di processi di progettazione e creazione di valore e, dall’altra, l’integrazione della produzione con servizi di alta qualità per la realizzazione di prodotti ibridi.

L’Industria 4.0 si regge sul massivo e pervasivo impiego di tecnologie digitali, oltre che di altre tecnologie (Key Enabling Technologies – KETs), dando vita ad un cocktail di innovazione tecnologica profondamente complesso e interdipendente. Semplificando, le fabbriche dovrebbero diventare luoghi cyber-fisici, in cui il mondo reale e il mondo digitale si integrano: la produzione, così come è stata a lungo immaginata, comprenderà un’interazione diretta machine to machine (M2M) oltre che “uomo-macchina” e le nuove tecnologie integreranno gli oggetti, trasformandoli in intercomunicanti e dotati di “intelligenza”.

Tornando invece al Piano, esso si articola lungo quattro linee direttrici: agevolazioni per gli investimenti innovativi e sviluppo di competenze specialistiche di digital manufacturing a partire dalla formazione scolastica (le cosiddette “direttrici chiave”), infrastrutture abilitanti, e strumenti pubblici di supporto (le cosiddette “direttrici di accompagnamento”).

direttrici_piano_nazionale

I benefici del Piano

Il Piano Nazionale Industria 4.0 punta ad incrementare la flessibilità, la velocità, la produttività, la qualità e la competitività delle imprese.

Nello specifico, i benefici attesi si riassumono in un aumento:

  • della flessibilità, attraverso la produzione di piccoli lotti ai costi della grande scala;
  • della velocità, attraverso il passaggio immediato dal prototipo alla produzione in serie mediante l’utilizzo di tecnologie innovative;
  • della produttività, grazie a una diminuzione dei tempi di set-up, degli errori e dei fermi macchina;
  • della qualità, grazie alla presenza di sensori che monitorano la produzione in tempo reale e riducono gli scarti;
  • della competitività del prodotto in virtù delle maggiori funzionalità derivanti dall’Internet delle cose.

Il Governo si aspetta, inoltre, un incremento degli investimenti privati di ben 10 miliardi di euro (da 80 a 90) nel 2017, e per il periodo 2017-2020 un aumento di 11,3 miliardi di euro delle spese private di ricerca e sviluppo, e di 2,6 miliardi di euro negli investimenti privati “early stage”.

Le misure principali del Piano

Tra le misure principali del Piano ricordiamo:

  • la proroga (di un anno) del superammortamento al 140% per tutti i beni nuovi, ad eccezione dei veicoli e degli altri mezzi di trasporto che prevedono una maggiorazione ridotta al 120%;
  • l’incremento dell’iperammortamento al 250%, per tutti i beni legati alla manifattura 4.0;
  • l’innalzamento del credito d’imposta, dal 25% al 50%, per gli investimenti in ricerca e sviluppo, con un incremento del massimale per contribuente da 5 milioni a 20 milioni di euro;
  • l’introduzione di detrazioni fiscali fino al 30% per investimenti fino a 1 milione di euro in start-up e PMI innovative.

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Per effettuare il download del Piano Nazionale Industria 4.0 clicca qui